domenica 5 giugno 2016

Grazie Grazia. Joe Iannuzzi commenta "Il corpo come campo dei sensi", la mostra di Grazia Varisco al MAC di Lissone

La scala in stile nautico del MAC di Lissone ci porta al 3° piano (livello 2) dell'astro-nave-museo d'arte contemporanea atterrata nel cuore della Brianza nell'anno 2000, grosso modo la stessa epoca delle opere esposte su questi muri da Grazia Varisco fino alla fine di luglio 2016. 
Ingresso gratuito.
Sulla sinistra Quadri comunicanti "7+1" (2008), Quadri comunicanti 2 elementi in acciaio (2011), Comunicanti in azzurro, in fondo al centro della sala: Risonanza al tocco (2016) lamiera di ferro cm 99X99, a destra Rotoreterossa (2006), Oh! (1996), Silenzi (2005) sono molto simili a Risonanza al tocco (2010) che sono dei monocromi rossi o bianchi.

Inaugurata nel 1961 la 12° edizione del Premio Lissone e a tutt’oggi ricordata come la più importante e memorabile, merito anche della sezione “informativo-sperimentale” in cui Grazia Varisco aveva esposto una tavola magnetica. L’occasione di un suo ritorno alla cittadina briantea non è vincolato a nostalgici Amarcord, sancisce anzi il desiderio di soffermarsi sulla ricerca che l’artista ha sviluppato dai primi anni 2000 fino ai giorni nostri.
La mostra indaga infatti la complessità e la vastità di informazioni che scandiscono la mutevolezza della sua attuale ricerca. Anziché reiterare le proprie opere nel corso dei decenni, Varisco ha preferito reificare nuove idee, convertendole cioè in “cose” (gravide di messaggi cine-visuali che sono in grado di comunicare alla collettività nuove metodologie della fruizione).
cit. Comunicato stampa Mac Lissone

Ho voluto ancora consultare velocemente un esperto internazionale. Dalla comunicazione con il nostro caro Joe Iannuzzi, questa volta via Skype, sentiamo il suo parere sulle opere di Grazia Varisco esposte al MAC di Lissone.

Tony Graffio: Joe, ti mando alcune fotografie via internet, sono le stesse che ho scattato personalmente al museo MAC di Lissone in occasione della visita guidata dal Direttore Alberto Zanchetta che ha accompagnato un mio amico e me a vedere le ultime opere in ordine cronologico di Grazia Varisco. Che cosa ne pensi?

Joe Iannuzzi: Ritengo siano molto valide. Sono opere realizzate dall'anno duemila in poi. Vedi, molto spesso i collezionisti cercano solo i pezzi degli anni '60 e '70, dimenticando che anche le opere recenti sono comunque valide, soprattutto in questo tipo di arte (arte programmatica e cinetica).
La maturità di quest’artista ha portato ad affinare la ricerca senza diventare manierista di se stessa: è sempre lei ma c’è stato una evoluzione di alcune idee e al tempo stesso lo sviluppo di nuovi concetti.

T.G.: A quali opere in particolare fai riferimento?

J.I.: A quelle dal titolo “Risonanza al tocco”, il concetto di partecipare e attivare l’opera è degli anni sessanta (tatto e vista sono coinvolti), c’è sempre il discorso caro al gruppo T del tempo che passa: c’è un prima, un durante e un dopo, l’alluminio si muove va in risonanza e poi torna nella sua posizione di partenza. Inoltre, in alcune di queste opere noti dei pieni e dei vuoti in cui c’è comunicazione tra l’opera e lo spazio esterno: il lavoro non finisce contenuto nel quadro ma si espande.

I quadri comunicanti di Grazia Varisco

T.G.: Cosa ne pensi dei quadri comunicanti?

J.I.: E’ tutto in un equilibro instabile: pur essendoci una linea retta c’è precarietà è quasi come se fosse tutto in movimento. Vedi sempre pieni e vuoti, tutto è sviluppato come in una sequenza in divenire.Tutto ciò può far ricordare gli schemi luminosi variabili degli anni sessanta, che seppur diversi, tramite luce e movimento davano sensazioni simili.

Grazia Varisco - In primo piano: Double (2001), sullo sfondo Quadri comunicanti "7+1" (2008).

Accompagna la mostra una selezione di videointerviste all'artista e un catalogo con testi di Grazia Varisco e Alberto Zanchetta.

Chi è Grazia Varisco
Grazia Varisco è un'artista milanese molto importante, in quanto è stata co-fondatrice del Gruppo T agli inizi degli anni '60, in un 'epoca in cui erano poche le donne che si dedicavano all'arte. Oltre a lei ricordiamo Nanda Vigo e poche altre.
Ho già preso contatti con Grazia Varisco per un'intervista, cercheremo di conoscerla meglio in quella occasione. T.G.

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