mercoledì 17 febbraio 2016

Il Mago Tomaso Kemeny guida i giovani poeti italiani alla ricerca della verità a Roma

"Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia". Giordano Bruno

Roma, Campo dei Fiori, 13 febbraio 2016

Il giorno 13 febbraio 2016, alle ore 17 a Campo dei Fiori, Roma, Tomaso Kemeny con i suoi poeti mitomodernisti, il Movimento Fight for Beauty si sono ritrovati ai piedi della statua di Giordano Bruno per ricordare il martirio del filosofo Rosacrociano che s'è immolato tra le fiamme pur di non rinnegare il diritto ad esprimere liberamente il proprio pensiero. La libertà di pensiero è qualcosa di estremamente importante poiché ancora oggi, a più di 400 anni di distanza dal sacrificio di Bruno, gran parte del mondo vive sottomesso all'oscurantismo del fondamentalismo religioso che non esita a produrre martiri ed a negare le libertà più elementari a uomini e donne.
L'attività intellettuale è comunque un'azione rara, sono relativamente poche le persone che pensano con la propria testa, non essendo influenzate da schemi ideologici, culturali, religiosi, familiari, od altre idee estranee al proprio modo di essere. Molti non fanno altro che ripetere incoscientemente degli slogan preconfezionati, con la convinzione di portare avanti idee proprie, ma non è così. S'è visto come nel '900 anche le ideologie peggiori abbiano trovato milioni di seguaci, pronti a tutto per metterle in pratica, a discapito della libertà individuale. Realtà che si verifica anche ai nostri giorni con tragica attualità negli intenti di chi conduce guerre o azioni volte a seminare il terrore tra le genti.
Giordano Bruno fu un personaggio misterioso capace di trarre dai suoi studi delle verità scomode alla Chiesa Cattolica che temeva egli potesse manipolare le masse ed il pensiero dei singoli contro le verità imposte dai suoi dogmi.
Avere un'opinione personale in ogni luogo ed in ogni epoca è una ragione che ci può far correre dei rischi e proprio per questo dobbiamo batterci per poter affermare le nostre idee senza paure. 
A pochi passi da dove oggi sorge una sua statua, Giordano Bruno morì il 17 febbraio 1600 senza lamentarsi, anche perché aveva la lingua stretta in una morsa affinché non potesse parlare. Venne spogliato nudo, legato ad un palo e bruciato vivo.
L'azione poetica compiuta recentemente non è stata condotta contro gli assassini che hanno ucciso Giordano Bruno, o il loro mandante Papa Clemente VIII, ma in favore del pensiero libero e per ricordare che oggi il mondo ha un nuovo Dio, il denaro, gli eroici poeti hanno dato fuoco ad alcune banconote di varie valute internazionali. Tony Graffio

Bruciare il denaro non è un atto di disprezzo per il suo valore, ma la manifestazione di una presa di coscienza contro l'unico dio che regola la vita degli esseri umani ai nostri tempi: il mercato.  Nella fotografia: Flaminia Cruciani e Federico D'Angelo Di Paola.

«Se Giordano Bruno accolse con tanto entusiasmo le scoperte di Copernico (laureato in diritto canonico cattolico)fu anche perché riteneva che l’eliocentrismo avesse un profondo significato religioso e magico; quando si trovava in Inghilterra Bruno profetizzò il ritorno imminente della religione magica degli antichi Egizi quale veniva descritta nell’Asclepius. Bruno interpretava lo schema copernicano come il geroglifico dei misteri divini» Mircea Eliade

Utilizzare l'arma della bellezza per combattere contro la schiavitù della tecnologia e dell'economia. Nella fotografia: Simonetta Longo e Tomaso Kemeny.

Eroici Furori 2016, l'azione mitomodernista raccontata dal suo ideatore

Davanti alla statua di Giordano Bruno, sono convenuti da tutta l'Italia una cinquantina di attivisti mitomodernisti per celebrare l'eroismo di Giordano Bruno. L'azione, introdotta da me con un mantra in varie lingue europee, non mirava contro nessuno ma per la libertà di pensiero. Il pensiero è un evento raro e pericoloso, come nel caso di Giordano Bruno trascinato sul rogo. Distinguiamo la rivolta, fondata sul disprezzo, dalla rivoluzione reale o solo spirituale e simbolica che nasce dall'Amore. L'azione mitomodernista ispirata dall'Amore per il pensiero libero tese a rovesciare simbolicamente la città di Roma in Amor, Amor sulle cui fiamme invitiamo tutti i partecipanti a dare fuoco alla Dea Pecunia, al denaro, unico dio di una società in cui più nulla ha un valore ma tutto ha un prezzo. Depositate alcune banconota in un recipiente metallico e recitata una poesia in memoria di Giordano Bruno di cui si cita l'incipit: “Le fiamme del rogo che incenerirno/Giordano Bruno/ ci spingono a misurare la vita nostra/ col metro dell'eroico, dell'eretico e dell'erotico”.
Quindi prese la parola Paola Pennecchi (che ha organizzato la spedizione dei mitomodernisti da Milano), rendendo la voce a Giordano Bruno, recitando passi memorabili dei suoi scritti come “Credo nell'Amore, una forza, l'Amore che unisce infiniti mondi e li rende vivi” e come “Quando la paura sia caduta dal nostro animo, noi siamo veramente uomini, parte consapevole dell'infinito” (Citazioni da “De Umbris Idearum” e da “Sigillum Sigillorum”).
Ricordiamo l'intervento appassionato di Chicca Morone (direttrice dell'Associazione torinese “Il mondo delle Idee”) che ha evocato i valori necessari per la dignità umana e quello di Giorgio Linguaglossa (Direttore della rivista internazionale “L'ombra delle parole”), nonché della poetessa romana Gabriella Sica (fondatrice della rivista storica “Il prato pagano”). Interventi sorprendenti dei poeti Alessandra Paganardi e Alberto Toni. L'inarrestabile ironia di Roberto Barbolini sulla follìa umana hanno preceduto i fondatori del Gran Tour, alleato del mitomodernismo. Pietro Berra ha sottolineato i pericoli del fanatismo. Flaminia Cruciani (che ha anche mirabilmente risolto, tra l'altro, la logistica) e Gianpaolo Mastropasqua hanno recitato un “padre nostro”, prima di dare fuoco alla Dea Pecunia. 
”Padre Nostro/ se sei nei cieli/ noi siamo il tuo regno/ ma qual'è la tua volontà?/ Non più roghi, nessuno che salti in aria/ per difendere il tuo nome senza nome/ per difenderti da un altro padre come te/come in cielo così in terra./ Non darci più quel pane quotidiano/ che ci cresce affamati l'uno contro l'altro/ Non rimettere i nostri debiti/ perché noi non li rimettiamo/ neppure ai liberi pensatori/ e inducici sempre nella tentazione/ del pensiero libero e impenitente/ e liberaci dal male e dal Dio Denaro/ma riprenditi anche la fanatica verità. Amen.”
Tra gli altri gettarono la loro banconota nel rogo Isabella Vincentini, Marzia Spinelli, Mario Bonofiglio, Jacopo Rocciardi, Patrizia Stefanelli, Michele Arcangelo, Rosaria di Donato, Giuseppe Magnarapa, Massimo Pacetti, Marco Bellocchi, Fernando della Posta, Stefania Di Lino, Maria Letizia Avato, Mel Carrara. Simonetta Longo declamò versi sulla liberazione del pensiero dalle catene del conformismo utilitarista. T.K.

Il Cimitero degli Inglesi a Roma

La Tomba di Amelia Rosselli

Mitomodernisti sempre pronti per nuove azioni poetiche. Nella fotografia: Mario Bonofiglio, Simonetta Longo, Gianpaolo Mastropasqua, Paola Pennechhi, Tomaso Kemeny. Sullo sfondo si vede la tomba del poeta romantico John Keats.

La tomba di Percy Besshe Shelley

La mattina dopo il rituale, Paola e Paolo Pennecchi, Mario Bonofiglio, Simonetta Longo, Flaminia Cruciani, Gianpaolo Mastropasqua ed io, siamo andati nel Cimitero degli Inglesi a onorare le ceneri di Shelley, Keats, Amelia Rosselli, Dario Bellezza e Antonio Gramsci. Sorpresi e commossi scoprimmo che il poeta beat Corso avesse lasciato questo mondo senza avviso. 
Ciao Gregory.

Tomaso Kemeny rende omaggio alla tomba di Gregory Corso

17 febbraio 2016 – gratitudine, che supera i limiti dell'ora, a Giordano Bruno
Mitomodernisti, non ci arrenderemo mai a una realtà dominata dall'Impero del Brutto e dell'interesse immediato. Sotto la statua di Giordano Bruno ci siamo definitivamente arruolati agli ordini d'Amore, partecipando alla glorificazione della libertà del pensiero, a cui, (vero Flaminia, Paola, Gianpaolo, Chicca, Simonetta, Roberto, Alessandra, Gabriella, Giorgio, Mario e tutti gli altri?) non ci sarà più possibile rinunciare. L'azione del 13 febbraio non fu solo un omaggio a un martire della libertà di pensiero, ma lo spegnimento simbolico di quelle fiamme che direttamente consumano lo spirito, consegnandolo alla putritudine. Tomaso Kemeny

Le fotografie sono di Flaminia Cruciani e Mario Bonofiglio.

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