domenica 8 marzo 2015

La Body-Art vissuta da 4 donne: Darkam, Nike Brass, Litan Trace e Aghia Sophie

Recentemente è stato condannato in Germania un uomo che si offriva, via Internet, di evirare, uccidere e mangiare chiunque lo desiderasse; naturalmente – confesso che usare quest’avverbio mi imbarazza un poco - all'offerta, se accolta, seguiva l’azione promessa. E’ stato condannato, malgrado avesse dimostrato ai giudici di fare solo la volontà degli aspiranti suicidi con riprese video che documentavano le scene: le vittime erano prima private dell’organo genitale - che veniva immediatamente cotto e mangiato da ambedue i partecipanti al rito - e poi squartata; ma lentamente, dopo esser stata appesa a ganci da macellaio. Intervenuta la morte della vittima, il “colpevole” la divideva in tanti pezzi che, ficcati in un grande freezer, venivano da lui mangiati successivamente. Il condannato ha tentato di dimostrare la propria innocenza, producendo video che facevano vedere come vittime già appese (e già evirate?) venivano smontate e lasciate andare, perché all’ultimo minuto decidevano di soprassedere. Nel corso del processo il presunto colpevole ha anche provato di aver ricevuto moltissime risposte alla sua offerta, anche se non tutte le intenzioni di suicidio si erano poi dimostrate serie. La quantità in questo caso fa la qualità dell’informazione: si tratta di alcune centinaia
Questa è lo scritto aggiuntivo all'articolo Sulla Body Art datomi dall'artista Federico de Leonardis (di cui invito a leggere il suo interessante blog: Fuori dai denti) quando gli chiesi cosa pensasse della Body Art.

A risposta di questo pensiero, pubblico in questo Speciale Body Art, l'intervista con Nike Brass che da artista e performer avvezza a certi ragionamenti ci racconta come molte persone abbiano della Body Art un'idea un po' distorta.
In questa giornata dedicata alle donne ho pensato di lasciare spazio ad artiste che espongono il proprio corpo in azioni artistiche/esperienziali e dare a loro la parola per illustrare questo tipo d'attività e le motivazioni che le inducono a scegliere d'esprimersi in questo modo, trattando tematiche tipicamente femminili.
Le fotografie, i contenuti e certe situazioni sono abbastanza forti e non adatte ad un pubblico immaturo, o sensibile; io stesso farei un po' fatica a trovarmi in un contesto dove accadono certi atti, però le immagini di Aghia Sophie riescono a dare una visione abbastanza delicata di una realtà fatta di sangue e sofferenza, pertanto consiglio la lettura e la visione delle opere a tutti gli appassionati d'arte contemporanea.
Graffiti a Milano nasce il 6 marzo di due anni fa per raccontare i disegni sui muri della città, per poi diventare una specie di rivista/galleria digitale che presenta ad intervalli irregolari informazioni, artisti, tecniche, immagini inedite e storie che possono essere interessanti per coloro che vogliono guardare al di fuori del proprio orizzonte quotidiano. Il tutto in maniera indipendente e gratuita, senza padroni, censure o pressioni di nessun tipo, da parte di nessuno.
Chi lo desidera, può collaborare liberamente con Tony Graffio ed i suoi amici esponendo il suo progetto artistico, i suoi scritti e le sue immagini, creando in questo modo una traccia del proprio lavoro ed una memoria delle proprie idee.
L'altra cosa, secondo me importante, è il fatto che pian, piano stiamo riuscendo a far conoscere meglio le persone che per vari motivi meritano maggior attenzione da parte dei "media regolari", contribuendo a formare un gruppo di persone che s'incontrano, e si frequentano nel mondo reale, per essere catalizzatori di pensieri ed azioni nuove che poi possano essere espressi con una determinazione più forte a vantaggio di una maggior creatività collettiva.

Tette, sex, body art, capezzoli, cuciture,
Darkam

Tra i vari aspetti dell'arte, non avevamo ancora indagato la Body-Art, oggi grazie ad Aghia Sophie che ha documentato gli eventi in modo fotografico, avremo modo d'osservare tre performance compiute da due artiste che hanno vissuto su loro stesse quest'esperienza: si tratta di Darkam e Nike Brass Alghisio.
La Body-Art estrema fa molto discutere, non tutti la vedono di buon'occhio o la considerano arte, ma questo è un discorso valido un po' per molti settori dell'arte contemporanea, il mio scopo personale non è quello di definire ciò che viene fatto da altri, ma quello di presentare una panoramica completa di quello che avviene, pertanto io mi limiterò a dare spazio a tutti coloro che hanno qualcosa da dire, sperando che ognuno si esprima con sincerità evitando di portare provocazioni o critiche inutili che intendono supportare ideologie piuttosto che idee.
Io mi sento affascinato da tutto quello che non conosco, non ho gran che da dire su questo tipo di arte corporea se non che mi sembra una specie di celebrazione rituale del proprio coraggio, forse le civiltà primordiali la praticavano per segnare il passaggio dall'età adolescenziale all'età adulta. Per gli uomini poteva avere il significato di dimostrare d'essere in grado di poter affrontare gli animali feroci durante la caccia, o nemici sanguinari in battaglia. Per le donne probabilmente si praticavano rituali di diverso tipo che avevano lo scopo di preparare le ragazze ad affrontare l'esperienza del parto.
Oggi, ogni cosa viene vissuta in modo più simbolico.
Su questo argomento, ho sentito il parere delle persone direttamente interessate, inoltre ho chiesto ad un artista milanese molto colto il suo punto di vista, per avere un parere autorevole da chi l'arte la vive con intensità da molto tempo. Tony Graffio

Darkam allo specchio inizia a forarsi ed a passare il filo attraverso la pelle

Un po' artista un po' chirurgo

L'atto di Darkam nei ricordi della fotografa
Un giorno Darkam mi chiese di farle delle fotografie mentre si forava il petto, non sapevo di preciso di cosa si trattasse ma accettai subito perché mi sono sempre trovata bene con lei ed ero sicura che sarebbe uscito qualcosa di interessante.
L’appuntamento era nella mia vecchia casa di Friedrichshain in un pomeriggio di maggio del 2011 e la mia stanza sarebbe stata la location per “l’atto” e le foto. Lo definisco “atto” perché non riesco a trovare il termine corretto, non era una performance poiché quando si parla in questi termini ci si aspetta un pubblico che invece mancava, non era uno shooting fotografico fine a se stesso, forse era più una sorta di rituale documentato, un atto, appunto, nato spontaneamente da sinergie e simpatie.
Ci siamo incontrate nel primo pomeriggio, eravamo solamente io, lei ed Ema Discordant, un caro amico fotografo che mi assisteva. Darkam è arrivata con la sua “valigetta degli attrezzi” e un mp3 con una selezione musicale break‐core da usare come colonna sonora.
Io avevo fatto spazio nella mia stanza allestendo la parete semplicemente con un fondale nero per alcuni scatti e una poltrona. Non avevo disponibilità di luci perciò mi sono arrangiata con dei neon bianchi mobili che comunque mi sembravano appropriati per via della loro luce fredda e perché potevano rendere quell'atmosfera un po’ sterile, quasi da sala operatoria. 
Ho usato queste luci per quasi tutti gli scatti tranne quelli iniziali mentre si forava, per quelle immagini ho usato solamente la luce del sole filtrata dalla finestra.
Darkam si è messa davanti allo specchio ed ha incominciato a forarsi il petto con dodici fori simmetrici dai quali successivamente ha fatto passare un filo di PTFE.
Finita l’operazione più difficile abbiamo bevuto del vino per rilassarci, farla disinibire un po’ davanti alla fotocamera e distrarla dal dolore. 
Personalmente, non mi andava di scattare completamente lucida, alterare lievemente lo stato di coscienza mi aiuta, in alcuni casi, ad entrare più a fondo nelle situazioni e percepire meglio l’atmosfera di ciò che sto fotografando.
Le prime fotografie le ho scattate sullo sfondo nero ed in quelle in cui sembra monca le ho fatto indossare dei guanti neri lunghi fino l’avambraccio e poi sono intervenuta in post‐produzione aumentando i contrasti.
Da quel momento, credo che lei sia entrata in una sorta di trance e penso che mi abbia in
qualche modo trascinato con lei. 
Abbiamo scattato senza sosta per due ore o più, non ricordo bene, mi sembrava che lei avesse una forza sovrumana per resistere per così tanto tempo posando, come se non ci fossero dodici fori sul suo petto tirati da un cavo. 
Per me è stato come se avessimo fatto un viaggio durante tutta l’esperienza, sicuro non provavo le stesse sensazioni di Darkam ma in qualche modo lei le filtrava e me le trasmetteva. Aghia Sophie

Profilo di Darkam

Perché lo faccio
Ho sempre visto queste pratiche come un mezzo, uno strumento per raggiungere uno stato mentale, per far entrare la luce nel Il dolore fisico è ovviamente parte del processo, ma non è il fine, è una sensazione che va trascesa ed elaborata in maniera differente a quello che siamo normalmente abituati a fare. Allo stesso tempo, quest'atto è un modo per esplorare i miei limiti, il rapporto con il mio corpo. A volte l'idea parte da un'immagine in testa, come un' illustrazione alla quale voglio dar vita, altre volte invece parte solo dall'esigenza di aprire determinate porte e seguire il mio istinto.
Il fine non è estetico, ma esperienziale
Quando ho iniziato ad esplorare queste tecniche facevo piercings già da qualche anno. Inizialmente erano "esperimenti " che facevo da sola, sia che si trattasse di fori temporanei che di pulling il fine non era tanto estetico quanto esperienziale. 
In seguito ho condiviso queste esperienze con altre persone, in rari casi ho collaborato a performances on stage, o con fotografi come nel caso di Aghia Sophie, ma in ognuna di queste occasione la spinta veniva prevalentemente da sintonie particolari con le persone coinvolte e dalla necessità di condividere con loro queste energie. Darkam

Darkam con i guanti neri

Questo è quello che dice Federico de Leonardis sulle ibridazioni nell'arte. 

A testa in giù

Filo rosso

Su una poltrona


Chi è Darkam
Darkam è il nome d'arte di Eugenia Monti, nata a San Marino nel 1985. Dopo essersi diplomata all'Istituto ISA di Urbino, dove ho studiato disegno e animazione, ha scoperto la sua passione per i fumetti ed i libri illustrati.
All'Accademia di Belle Arti di Bologna ha studiato fumetto e illustrazione.
Nel 2006 ha frequentato l'Università di Barcellona per un anno, grazie al progetto Erasmus. Tornata in Italia s'è laureata, nel 2009.

Tette nude sanguinanti

Durante gli studi ha partecipato e vinto numerosi premi, tra cui Blog & Nuvole nel 2009, la categoria comica del premio Iceberg 2006, seguita dalla pubblicazione della sua storia a fumetti su Inguine Mah! Gazine.
Nel 2010 si è trasferita a Berlino, dove ha frequentato uno stage presso la galleria XLab Corrosive Art Farm.

Nudo femminile

Attualmente Darkam lavora come libera professionista di fumetti e illustratrice e sta per terminare il progetto di un fumetto che sarà pubblicato da Becco Giallo.

Intervista a Nike Brass Alghisio
Tony Graffio: Ciao Nike, io non so nulla di Body-Art, non ho avuto occasione d'avvicinarmi a queste pratiche perché non sopporto nemmeno dover fare un prelievo di sangue, potresti spiegarmi per favore che cosa significano queste performance?

Nike Brass: Ciao Tony, prima di parlare di Body-Art ci terrei a dire due parole sul grottesco nell'arte.
Nel dipinto di Goya raffigurante il Sabba  delle streghe (forse era più adatto "Il funerale della Sardina" in questo contesto), vediamo una fase di una festa neo-pagana da collegare anche alle danze carnascialesche, la satira ed altro in cui, a mio avviso, il pittore inserisce degli elementi che criticano i propri committenti.
Goya lavorava per la chiesa ma odiava la chiesa. 
Il tribunale dell'inquisizione mandò al rogo gli eretici e manipolò l'ignoranza della gente per assurgere al potere, in una maniera piuttosto lontana da quella che il tanto decantato Cristo aveva professato (vedasi l'incisione " Il sonno della ragione genera mostri").
La chiesa inoltre faceva pagare per assurgere alla santità e garantirsi un posto in Paradiso, attraverso le famose indulgenze....
Allora Goya, come molti altri artisti, necessitava d'esporre la sua rabbia ed il suo disgusto
per i propri "datori di lavoro". 
Li trovava ignobili e corrotti e perciò li criticò da dentro il sistema, come un virus ed una contaminazione. 
Il Sabba rendeva libera la gente oppressa dai vari poteri, apriva una fuga verso il riappropriarsi di una dignità per il popolo.
Perché ne parlo? Il mio e' un tentativo di far capire alla gente esterna al fachirismo od alla body-art estrema, cosa si celi dietro questa insolita ed inquietante arte.


Nipote Tinto Brassregista
Nike nella sua performance: La vie en rose

Tony Graffio: Con questo vuoi dirmi che per te la body-art è come un gesto di ribellione?

Nike Brass: Levate queste valvole di sfogo al popolo e solo il peggio ne potrà nascere, ecco perché anche oggi il potere tende a chiudere le masse in una bolla d'ignoranza ed oppressione, imponendo stili di vita, regole comportamentali e persone ggi da prendere a modello. E dicendo questo non penso solo al potere politico, ma anche a certi meccanismi lobbystici di cui fa parte anche il mondo artistico.

Nike Brass
Da La vie en rose di Nike Brass

Tony Graffio: Parli di un appiattimento culturale?

Nike Brass: Esiste questo desiderio del potere di far cambiare idea a tutti in modo che esista un unico tipo di pensiero, basti informarsi di come le artiste sovversive romane, per esempio, hanno all'interno dei loro gruppi meccanismi di lobby, o di logiche d'apparenza e competizione degne di certe cortigiane moderne, così lontane da quello che queste artiste vorrebbero professare. Perché restando in un ambiente dalle condizioni sociali così avvilenti, e spesso umilianti per le donne, si sono anch'esse lentamente trasformate, assorbendo inevitabilmente un certo tipo di logiche...


Da La vie en rose di Nike Brass

Tony Graffio: Trovi che le donne siano particolarmente inclini a forme d'arte che tendono a metter in mostra loro stesse e la loro fisicità?

Nike Brass: Le polemiche che la gente profana pone, si aprono più o meno sempre cosi.
Lo trovo insensatamente disgustoso, incomprensibile ed esibizionista?
Pensate che sia un mero tentativo di attirare l'attenzione?
Be' allora riflettete bene... Pensate sia davvero necessario fare modificazioni corporee e riprodurre riti dal richiamo mistico su di un palco per attirare l'attenzione? 
Chi pratica quest'arte incappa in una moltitudine di giudizi e di fraintendimenti che nella maggior parte dei casi, non giova nemmeno particolarmente dal punto di vista monetario, alla carriera dell'artista. 
E comunque, stando a Roma, si può benissimo entrare in politica o far televisione, se sono i riflettori quello che si cerca. 
Magari essendo donne facendo il lavoretto giusto al tipo giusto col contatto giusto, ci siamo capiti, right? 
Io ne ebbi occasione più volte!


Da La vie en rose di Nike Brass

Tony Graffio: Ma allora perché farsi del male? Perché questa estetica così inquietante, cosa siete voi bodyartist? Una setta? Dei satanisti?

Nike Brass: Dopo anni di profonde ricerche sul come e quando affiori il grottesco nell'arte durante la storia, sono giunta alla conclusione che agire in questo modo nasca dal bisogno di dichiarare un disagio, od il proprio dolore, infatti esso si manifesta nei momenti di maggior crisi e paura, di senso d'instabilità e precarietà (vedasi il Gotic collegandolo alla paura dell'anno mille e della fine del mondo, ad esempio) ed è necessario per trovare una via nel labirinto della distruzione e dell'ignoranza.
Inoltre all'interno di questa polemizzata arte vi sono diversi tipi di artisti che l'affrontano in maniera diversa: chi fa semiotica e controllo del pensiero, chi tenta di dare una profondità diversa alla propria esistenza attraverso dei riti, chi ricorre a stratagemmi
assolutamente contrari alla etica iniziale del bodyartista (come gli anestetizzanti), chi lo 
fa a scopo circense e addirittura chi ne fa esoterismo. O riti privati a casa da condividere unicamente tra amici.
Non credo che nessun artista della body-art creda di soffrire di più di chi non la pratica, semplicemente ha solo il coraggio di gridare il proprio dolore, vedendo quello che c'è intorno a sé! 


Da La vie en rose di Nike Brass

Tony Graffio: Si è bodyartist per passione o per denaro?

Nike Brass: Un artista anche se fa scelte per passione deve comunque pensare a trovare un modo per avere fondi sia per il proprio sostentamento, sia per dare dignità ai propri collaboratori, che per procurarsi gli strumenti. Si può vivere anche senza tutto questo, ma vi assicuro che fabbricare a mano bombolette spray per fare graffiti non è una passeggiata e quindi gli antenati insegnano: andate dentro il sistema, corrodetelo dal di dentro come un virus e poi ditene ciò che pensate coi loro stessi soldi, cosa c'è di meglio? 
L'importante e' la divulgazione del messaggio e voi, committenti d'arte piantatela di trincerarvi dietro lo stereotipo dell'artista morto di fame per non pagarli! E poi si decantano amanti dell'arte... 
A me è capitato di tutto, come ricatti, da chi mi diceva: scrivimi tu la recensione che ti faccio fare la mostra, ma poi la critica la metto a nome mio!
Cosa che ho fatto in più occasioni per non perdere l'opportunità di vendere qualcosa.
Nella body-art estrema spesso la gente ne ricava poco niente, lo fa perché ne ha interiormente bisogno. Punto.
Pensate che sia meglio una protesi al seno passata attraverso l'ombelico sotto il muscolo? Sì? E perché? Di solito mi rispondono che ha senso il miglioramento estetico. Si perché prendersi a picconate un naso particolare trasformandolo in quello di Barbie è sicuramente segno di grande autostima e rispetto di sé, vedendo come alcuni poi arrivano a prenderci la mano diventando dei veri e proprio mostri da rabbrividire? 
Miglioramenti un cazzo, oppure diciamo che ognuno si migliora a modo suo no?!
Attenti alle dicotomie volute dalle religioni, in particolare quelle cristiane dei quali noi italiani, credenti o meno, ne siamo comunque figli, falsi miti basati sul culto della sofferenza e del martirio come meta verso la santificazione, lontana anni miglia da certe discipline orientali che invece mirano a porre fine alla sofferenza. In più, non separano il bene dal male e hanno una visione positiva della morte, spesso rappresentata dal colore bianco! 



Da La vie en rose di Nike Brass

Tony Graffio: Parlami invece del bene e del male. Cosa sono per te?

Nike Brass: Le dicotomie furono fatte per manipolare la gente! Separare il mondo in angeli e demoni è un insulto contro l'umanità poiché le realtà si sovrappongono, sono
sfaccettate e molto più complesse di così! E mobilitano l'uomo verso l'eterno senso di colpa! Dato che chiunque, almeno una volta nella sua vita, ha avuto "orribili pensieri" e alimenta il malessere insinuando nell'individuo l'idea di essere nati difettosi! 
Non parliamo della religione Cattolica che nasconde inevitabilmente un forte lato oscuro,
rinnegando il sesso! 
Il sesso è vita! ed ecco che le donne si trasformano o in Madonne od in puttane... 
Con uomini che le relegano a divinità da una parte e meri oggetti dall'altra, stabilendo rapporti di coppia fasulli ed insoddisfatti. 


Da La vie en rose di Nike Brass

Tony Graffio: cosa pensi della violenza verso se stessi?

Nike Brass: Le mie ricerche di criminologia, sociologia, antropologia etc. mi hanno inoltre portata a dedurre che vi sono un milione di modi per essere autolesionisti o sadici ma
perfettamente integrati nella società come la donna che fa carriera usando solo il proprio corpo e le prestazioni sessuali; il bodybuilder imbottito di steroidi ad esempio, deve fare in parallelo cicli di iniezioni anti-sterilità ed anti-impotenza! 
Chi rimane schiavo del proprio retaggio culturale senza chiedersi di più dalla vita, perennemente insoddisfatto vivrà in un disagio interiore che causerà a sua volta a chi sta intorno; i colletti bianchi tutti impomatati spesso risultano essere i peggiori, in quanto la mente perversa spesso, o cerca vittime molto vulnerabili, povera gente emarginata (la setta di Jim Jones è emblematica) oppure assurge a cariche che li proteggano e li rendano insospettabili al prossimo...
Non parliamo delle modificazioni corporee mirate alla bellezza portate all'eccesso!
E' proprio questa dicotomia e separazione tra il bene ed il male poi ad aver creato le sette sataniche, a mio parere... Perché, onestamente, quei riti hanno bibbie ed ostie triangolari tali e quali i loro antagonisti e comunque credere nel Diavolo, significa credere in Dio, inevitabilmente. 

Siamo ancora convinti che i bodyartisti siano dei pazzi scellerati, masochisti ed esibizionisti o piuttosto degli auto-eletti agnelli sacrificali che espongono il dolore a cui il popolo talvolta viene sottoposto?
Volete altre prove? Il temibilissimo e disgustoso Zio Pertugio dei BloodyCirkus si traveste da pagliaccetto e va anche ad allietare i bambini malati terminali. 
Il povero folle Nicola dei BloodyCirkus che si appende alla croce rimettendo in scena "Sacrifice", la mattina dopo si veste e si dirige alla sua cattedra di teologia alla Sapienza! Vi risulta essere un povero demente fallito? Non voglio parlare poi delle auto-fustigazioni, presenti in molte religioni come atto purificatore!
Ciò spiegherebbe la massiccia presenza di body-artisti, proprio a Roma, città che ospita uno stato autarchico come il Vaticano, nonché Paradiso Fiscale macchiato di innumerevoli crimini ed inventore dell'attuale economia moderna (dice niente Bolla Papale? e indovinate chi fu ad inventare il sistema delle assicurazioni, che poi il crack americano ci ha dimostrato, non assicurare poi realmente nulla!) 

Vi sembra normale che la mia mamma, educata dalle suore Orsoline sia stata sospesa perché trovata una sera nel dormitorio a dormire nello letto con la sua sorellina? 
Cosa mai potevano fare di così sozzo due giovani sorelle? 
E la mia nonna paterna con in bagno un'immagine dell'occhio di Dio che portava la scritta "Dio ti vede" esponeva tale simbolo come minaccia anti-masturbatoria dannosa?

Chi è Nike Brass Alghisio
Nike Brass Alghisio nasce e cresce a Venezia (la città del leone alato), una travagliata adolescenza la spinge a spostarsi a Roma (la città della lupa madre, la quale la adotta e la allatta) dove compie gli studi presso l'Accademia di Belle Arti diplomandosi col massimo dei voti nel 2005 con una tesi in estetica dal titolo "Il grottesco pittorico in Europa: da Bosch a Bacon e dintorni". Nella stessa città  si specializza in modellazione organica 3d lavorando in un'azienda di vfx per 3 anni.E' un'artista  poliedrica che nasce come pittrice neo-simbolista integrando diversi tipi di competenze di grafica digitale e costruendo ella stessa i suoi set-installazioni delle performances multimediali da lei ideate.Attualmente vive ed opera a Berlino (la città dell'orsa) e ha all'attivo diversi progetti e collaborazioni tra cui l'aver fondato insieme ad altre donne  "FemmeFraktale", un'organizzazione no-profit dedicata alle artiste donne che ha come scopo la valorizzazione di talenti emergenti, la creatività delle donne seguendo la filosofia  "D.I.Y." (fallo come vuoi!).

Body Art
Litan Trace durante la performance di NIke Brass Alghisio: The Period

Aghia Sophie
Litan Trace mentre si toglie il diadema di aghi e perle

Una fase della performance The Period di Nike Brass, in questa immagine vediamo Litan Trace

Litan Trace s'osserva allo specchio in una posa che la fa sembrare una donna di epoche passate

Ringrazio le artiste che hanno contribuito alla realizzazione di questa pagina e specialmente Nike Brass Alghisio che, nonostante recentissimamente sia diventata mamma, mi ha dedicato parte del suo tempo per l'intervista. Auguri da tutti gli amici de: I frammenti di Cultura di Tony Graffio.



Tony Graffio Superstar

Federico de Leonardis ha aggiunto un nuovo testo pubblicato in questa pagina che ci spiega meglio che cosa egli intenda per arte, arte ibrida e arte moltiplicata, ne suggerisco a tutti la lettura, sia come integrazione di quanto già espresso in questa pagina, sia indipendentemente dal discorso sulla Body Art, perché si tratta di un argomento molto importante per ogni persona che intenda percorrere con serietà un proprio percorso artistico.



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