sabato 28 marzo 2015

Federico de Leonardis uno scultore che opera come un muratore per mostrarci quello che non si vede (Scolpire il vuoto per vedere l'invisibile)

Nonostante avessimo già affrontato questo argomento, in data 9 marzo 2015, con un articolo firmato da Sante Egadi, ho deciso di tornare sulla scultura di Federico de Leonardis, sia perché mi sembrava giusto approfondire il discorso sull'arte praticata da questo scultore contemporaneo, sia per mostrare alcune immagini esposte presso la Galleria Theca di via Tadino, 22 che non avevamo ancora visto.
Orari della mostra: Martedì – Venerdì 14-20 Sabato 14-19, visitabile fino all'11 aprile 2015.

Fessura in punto linea e superficie

L'esposizione comprende 3 tipi di lavori più un disegno.
Volutamente, in questo articolo ho deciso di parlare soltanto de: "Fessura in punto linea e superficie" perché questo lavoro è l'opera esposta che maggiormente rappresenta la volontà dello scultore di liberare un'energia sconosciuta che attraversa l'ambiente in cui egli s'è trovato ad agire.

Fessura in punto linea e superficie dalla parte opposta del muro nella stanza adiacente

Federico de Leonardis mi ha detto che soltanto dopo essersi ritrovato nell'appartamento dove ha sede la Galleria Theca egli ha pensato a cosa rappresentare in questo spazio.
Sicuramente, un ambiente diverso avrebbe fatto esprimere lo scultore in modo diverso per mezzo di un'opera diversa e forse persino con una tecnica diversa.
De Leonardis propone un tipo d'arte che vorrebbe essere vicino alle persone comuni, egli non vuole creare qualcosa per far parlare gli intellettuali, ma utilizza degli elementi che fanno parte degli attrezzi e della quotidianità di coloro che lavorano nelle cave o nei cantieri perché vuole che sia chiaro a tutti ciò che egli sta facendo.
Tutti possono avere avuto esperienze di muratura perché ad ognuno può essere capitato di aver dovuto far sistemare la casa in cui vive, oppure d'effettuare in prima persona quegli interventi di demolizione o di ristrutturazione che possono rendere un edificio più grande, accogliente o sicuro.
De Leonardis sostiene che ogni persona entrando nelle sale in cui si svolge la sua mostra può rendersi conto di cosa accada in questo luogo, perché il linguaggio da egli utilizzato è un linguaggio semplice ed intuitivo; soltanto c'è la necessità d'osservare l'ambiente e cosa avviene in questo spazio.
De Leonardis con il suo intervento artistico vuole suggerire la presenza dell'energia molto forte di un piano che interseca la dimensione nella quale tutti noi viviamo e la stravolge con la sua insolita inclinazione che, spesso, non passa sul piano che, normalmente, noi tutti prendiamo in considerazione, anche perché d'abitudine ci muoviamo su di esso, trascurando di valutare altre possibili soluzioni indicate con il passaggio abbastanza violento di altre forze  immateriali.


Federico de Leonardis prova a cogliere la raffigurazione della propria opera fotografando il muro di una stanza sulla quale sono stati collocati dei cunei di ferro spezzati

Da  una breccia sul muro, la "Fessura" lascia traccia del suo passaggio per infrangersi contro due cuscini d'acciaio nell'angolo sul soffitto della stanza adiacente.

I sacchi d'acciaio utilizzati nelle cave di marmo vengono dilatati grazie all'immissione di acqua a pressione forzata di 24 atmosfere. Questa operazione serve a spostare dalla parete della cava grossi blocchi di marmo.
Anche i cunei rotti di ferro sono stati reperiti in cava, essendo questi pezzi già tagliati non s'è nemmeno dovuto effettuare alcun taglio.

Dettaglio di elementi raccolti da una cava di marmo che sottolineano la forza dirompente di: Fessura in punto linea e superficie

<Ciò che conta non è l'artista, ma la sua arte>. Questo è ciò che mi dice il de Leonardis.
Il problema è che recentemente, molti appassionati d'arte contemporanea si stanno dimenticando di questo fatto, perché non dispongono della cultura necessaria a comprendere l'arte, cosa che produce sopravvalutazione di opere ed autori (imposti da un sistema che fonde marketing e denaro) che valgono, in realtà, ben poco, non solo a livello commerciale, ma, fatto ancor più grave, a livello di valore assoluto, di significato e di messaggio universale da lasciare alle generazioni future.
Oggigiorno, ci sono troppi creativi ed imprenditori che si definiscono artisti, ma va da sé che per molti di loro tra qualche decennio non resterà nessun ricordo.

Federico de Leonardis, alle sue spalle la sua opera in mostra

Quello che ho visto in questa mostra è qualcosa che è difficilmente definibile; come avevo già avuto modo di dire in un'altra occasione, si tratta più di un'istallazione esperienziale che di arte visiva. Non si riesce a cogliere l'opera nella sua interezza con un unico sguardo perché l'opera si espande in più ambienti. Questo fatto, naturalmente, comporta anche qualche difficoltà per la ripresa fotografica, in quanto non esiste un unico soggetto da descrivere, inoltre, il vero soggetto non è nemmeno visibile concretamente, ma va visto soprattutto con gli occhi della nostra immaginazione e con l'aiuto della nostra sensibilità.


Cuscini d'acciaio utilizzati nelle cave di marmo per spostare i blocchi di pietra

Sono molto contento di avervi potuto proporre degli artisti particolari che hanno una visione molto personale della realtà e credo che anche prossimamente mi concentrerò su personaggi le cui idee possano dire qualcosa di nuovo e far comprendere meglio lo spirito dei tempi in cui viviamo.


Per chi fosse interessato, c'è ancora tempo per visitare la mostra; inoltre il giorno 11 aprile 2015, alle ore 18 circa, in coincidenza con la data di chiusura, ci sarà un evento collaterale alla Libreria Popolare di via Tadino n. 18 per la presentazione di alcuni libri pubblicati a Federico de Leonardis. Più tardi ci si sposterà ancora in via Tadino n. 22 per la visione di alcuni filmati di video-arte dello stesso autore; allego di seguito tutte le informazioni utili per partecipare all'evento. Tony Graffio

Programma del finissage della mostra Erlebnis di Federico de Leonardis

Sabato 11 aprile 2015 dalle ore 18.00 fino a tarda notte.
Presso: Theca Gallery Via Tadino, 22 - 20124 Milano 

Theca Gallery presenta il finissage della personale di Federico De Leonardis Erlebnis”, inaugurata lo scorso 19 febbraio. La serata conclusiva dell’esposizione è proposta come evento collaterale di Miart ed è pensata come Literary & Video Art Night. L’evento è diviso in due parti: alle ore 18.00, presso la Libreria Popolare di via Tadino (a dieci metri dalla galleria, via Tadino 18), si terrà la presentazione di Roberto Borghi e Donata Feroldi del lavoro grafico e letterario dell'artista. Un’ora dopo e alle 19.00 presso la galleria (via Tadino 22) la serata proseguirà con la Video Art Night, in cui saranno proiettate a ciclo continuo le opere-video realizzate da De Leonardis tra il 1979 e il 1992. 
Apre la rassegna il documentario sull’artista in mostra, realizzato dal regista e produttore Enzo Coluccio (Ardaco). Il girato si compone di tre parti: la prima dedicata alla vita quotidiana di De Leonardis e al suo lavoro in studio, la seconda all’opera site-specific installata in galleria e la terza e ultima parte al lavoro di ricerca svolto dall’artista nelle cave di Carrara, luogo da cui provengono i materiali delle installazioni esposte.
Al cortometraggio di Coluccio segue la proiezione dei video di De Leonardis: Ravatti (1979), Scemuà (1987), Iceberg (1990), Dedica e Punto linea e superficie (entrambi del 1992). 
L’hashtag scelto per seguire la serata è #FDLVideoArtNight in continuità con gli eventi collaterali di #Miartisintheair. Al vernissage di “Erlebnis” hanno partecipato l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno, i critici d’arte Angela Madesani e Jacqueline Ceresoli e il curatore del Padiglione dell’Iran alla 56° Biennale d’arte di Venezia, Marco Meneguzzo. Durante il primo mese della mostra hanno visitato la galleria il curatore Federico Sardella, il direttore del Kunst Meran im haus der Sparkasse Valerio Dehò e Bruno Corà, Presidente della Fondazione Alberto Burri.

Composto in due fasi successive. Nella prima riverso in video un 16mm realizzato in una visita del '79 al "luogo del silenzio", la Cartiera Vita-Mayer di Lonate Ceppino, fallita due anni prima e già preda della natura. La passeggiata nei due chilometri quadrati di idrato di ferro e cemento avviene alle mie spalle, che occludono parzialmente la vista a proteggere l'emozione del disastro e ad aprire al silenzio rumoroso delle voci di fantasmi presenti sulla scena. Il giro si conclude in una visita ai miei Ravatti (termine lericino per ciarpame consumato dal mare sulla battigia) con il colpo d'occhio sulla pancia di mia moglie incinta del mio ultimo marmocchio (oggi trentaquattrenne). Musiche di Evangelisti e Lachenmann (Gran Torso)

Realizzato in studio dalla prima immagine all'ultima, vuole essere un "viaggio attorno al mio cranio" (titolo di un celebre libro in cui il paziente racconta l'operazione da sveglio al proprio cervello - la prima mai eseguita al mondo): le opere esposte, anzi l'unica opera esposta - l'installazione Carcere d'invenzione II (anch'essa mutuata dalle famose stampe del Piranesi, ma con ribaltamento del significato, perché è l'invenzione in questo caso ad essere in carcere) rappresenta il cervello del sottoscritto (la cui figura è sempre fuori scena). La macchina da presa accarezza Novemiliardidinomididio, il perno verticale, il pirla sacro composto tutto da moccoli votivi, che mnemonicamente richiama la colonna tortile barocca e regge il punto invisibile dietro il muro di fondo a cui si aggrappano le catene. La musica (di Giorgio Netti) è utilizzata per sottolineare i frequenti stacchi visivi operati nel "viaggio" sulle volute del mio cervello.

Realizzato in parte in studio e in parte all'aperto a Sesto S. Giovanni, nella piazza dove sorgeva la prima delle mie installazioni pubbliche (andata distrutta dopo vent'anni dall'incuria dell'amministrazione comunale): Fessura e contravvento I. Nello studio la visita descrive l'installazione Muri I e si arricchisce di un'auto-intervista in cui improvviso risposte a domande inesistenti di uno spettatore assente, in questo caso la macchina da presa. Le musiche (di Maderna) sottolineano anche in questo caso gli stacchi visivi.

La mia primogenita, che si protegge dall'invadenza paterna con un'ostinata chiusura, è pregata di sedersi davanti alla cinepresa e di non staccare mai gli occhi dall'obbiettivo. La musica, assente per tutti i dieci minuti della sua resistenza, irrompe fortissima all'ultimo istante con la voce del grande Bach, poco prima che Benedetta si alzi a tappare la violenza del sottoscritto (e di voi voyeurs).

Punkt, linie zu fläche (1992, 11.17 minuti)
Viaggio su una nuova installazione in studio (Punto, linea e superficie), preceduta da un Epilogo e seguita da un'Introduzione. Il primo è una ripresa su una mia caduta in una cava abbandonata nei pressi del lago di Pusiano (LC), la seconda il gioco dell'embrione di cui a Ravatti (Mattia, caduto ormai nel tempo da dodici anni), a nascondersi e inseguire il suo "amico fratello" Argo attorno al muro protagonista dell'installazione. Le musiche sono tutte di Giorgio Netti.

Federico de Leonardis in due parole
Ligure di nascita e milanese d'adozione, esplora il tema dello spazio attraverso installazioni ambientali e site-specific. I materiali usati, objets trouvés sui luoghi di lavoro più disparati, ma prevalentemente resti o calchi di eventi di energia fisica esaurita, sono sempre disposti in modo da indicare la presenza di una fisicità altra, accennata per assenza. La memoria automatica e collettiva suscitata dalle sue “messe in scena” è una presenza costante. L'artista è attivo anche come antidesigner e scrittore e tiene un blog http://federicodeleonardis.tumblr.com/ in cui si esprime criticamente sul sistema dell’arte.

Per ulteriori informazioni:  Theca Gallery telefono: +39 334.28.49.730 www.theca-art.com


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