sabato 5 aprile 2014

Vincenzo Silvestri, un self-made man ci parla della sua attività


La settimana scorsa, presso la villa Medicea di Artimino, nelle vicinanze di Carmignano (Prato), si è svolta la decima edizione del Silvestri Digital Workshop, un interessantissimo appuntamento organizzato da Silvestri s.r.l., l'unico produttore di fotocamere professionali esistente in Italia; l'evento ha visto la partecipazione di alcuni importatori e distributori di materiale fotografico, apparecchiature professionali per illuminazione ed accessori.
Oltre alla possibilità di vedere i nuovi prodotti, di provarli e di chiedere chiarimenti ai tecnici che rappresentavano tra gli altri: Mamiya Leaf, Phase One, Hoya Filters, Elichrom, Quantum, Sunbounce.it, X-rite e Leica, si poteva anche partecipare gratuitamente alle conferenze tenute da professionisti del settore su argomenti che riguardavano l'organizzazione dei progetti fotografici, la ripresa e gli accessori utili per il controllo dell'immagine, l'elaborazione del file digitale, l'illuminazione e la composizione dell'immagine, per terminare con la stampa fine art nei libri fotografici, in modo da interessare praticamente tutto il ciclo produttivo dell'immagine fotografica professionale.
Conoscevo le fotocamere Silvestri come dei prodotti di qualità molto versatili, agili ed innovativi, ma non avevo mai avuto occasione d'avvicinarmi a queste fotocamere, anche perché l'azienda Silvestri già da tempo aveva scelto di non essere presente ad eventi fieristici per il grande pubblico, come può essere il Photoshow, ma ha preferito rivolgersi direttamente ad un mercato già orientato verso la scelta di un prodotto specialistico, in grado di risolvere i problemi di chi si dota di dorsi digitali di medio formato ed ha l'esigenza d'effettuare riprese fotografiche architettoniche di grande qualità.
Per conoscere meglio la storia dell'azienda, le scelte effettuate nel corso dei circa 31 anni d'esistenza di questo marchio e capire meglio la filosofia aziendale, ho pensato di parlare direttamente con il fondatore della Silvestri s.r.l. e di farmi raccontare direttamente da lui come si sono sviluppate e realizzate le sue idee.

Vincenzo Silvestri fondatore della Silvestri srl
Vincenzo Silvestri fondatore della Silvestri srl

Vincenzo Silvestri nasce a Pistoia il 29 marzo 1940, inizia fin da ragazzo, come è capitato a tantissimi italiani che hanno vissuto in quel periodo storico di entusiasmo e ricostruzione, ad andare ad imparare un lavoro presso un'officina che si occupava di meccanica generica.
La meccanica viene da lui vissuta come costruzione, geometria, numeri e manualità, non si tratta soltanto di un'occupazione che gli permette d'avere il suo primo reddito, ma anche di un'occasione che lo fa riflettere sulle proprie capacità manuali, ideative ed estetiche.
Nel 1961 Vincenzo cambia attività e si trova a lavorare come dipendente presso un'azienda che si occupa di riproduzioni artistiche. Questo lavoro lo impegnerà fino al 1966.
Nel 1967, apre un suo studio fotografico a Firenze, anche quegli anni sono speciali perché circolano nuove idee tra i giovani che iniziano ad avere una visione diversa della vita, il 1968 porta un cambiamento sociale che induce le persone a ricercare di realizzarsi non soltanto per motivi economici, ma soprattutto attraverso il perseguimento di obiettivi positivi e nel tentativo di compiere qualcosa di personale con le proprie capacità o con il proprio ingegno.
La fotografia fotochimica era qualcosa di totalmente diverso dalla fotografia digitale dei nostri giorni, in quegli anni la fotografia si costruiva all'interno della macchina fotografica con un misto di estetica, meccanica, ottica e chimica. La fotografia si vedeva soltanto dopo, alla fine dell'iter produttivo, non c'era un risultato immediato come adesso, la fotografia andava immaginata e poi realizzata, perciò bisognava saper visualizzare piuttosto precisamente il risultato che si voleva ottenere. Allo stesso modo, oltre alle conoscenze d'ottica e di meccanica, bisognava avere una buona cultura sensitometrica che portasse ad un buon equilibrio cromatico, capendo che pellicola usare e come trattarla, cosa che poteva voler dire anche dirimere eventuali problemi ambientali legati al laboratorio di sviluppo e stampa.
Oggi, per certi aspetti, fotografare può risultare più semplice d'un tempo perché oggi si può correggere e talvolta ricostruire graficamente al computer ciò che non ci soddisfa o che non è stato ripreso correttamente, ma questo non significa che la fotografia professionale possa essere sempre praticata con mezzi non adatti alla correzione prospettica delle linee perché un conto è comporre un'immagine perfetta in ripresa e tutta un'altra storia è rielaborare l'immagine in modo digitale. Ovviamente, i risultati migliori si ottengono in ripresa ed è per questo che ha ancora senso produrre ed utilizzare strumenti specialistici come le fotocamere Silvestri che offrono una gamma completa di prodotti, in grado di attuare un semplice decentramento con una piastra mobile, oppure utilizzano sistemi più complessi e flessibili in modo da basculare e decentrare per mezzo di elementi mobili più completi.
L'idea di proporre un prodotto nuovo, in una nicchia del mercato internazionale della fotografia si fa largo in Vincenzo Silvestri agli inizi degli anni 1980, quando, parlando con l'archittetto Nustrini di Firenze, un fotografo che fu anche pilota e progettò l'aeroporto di Oakland in USA, emerse il desiderio di disporre di una fotocamera grandangolare per usi architettonici. 
Questo è il ricordo che Silvestri ha di Nustrini e della sua intuizione: "Era un pilota di aerei appassionato e anche pilota di linea; morì in Nuova Zelanda in un incidente aereo precipitando in mare mentre osservava il navigatore italiano Soldini. Nustrini mise insieme un apparecchio rudimentale per foto di architettura, si basava su un dorso della Mamiya RB 67 completo di magazzino della stessa. Il dorso era applicato ad una piastra in alluminio con un foro fisso decentrato in alto, sul quale era applicato un obiettivo Super Angulon 47mm completo di elicoide, credo che mio cugino Marcello Silvestri (fotoriparatore) avesse partecipato all'operazione."
In quel periodo, proprio perché tra i fotografi nel giro di conoscenze di Silvestri esisteva un'effettiva richiesta di questo genere di prodotto, Vincenzo decise di credere in questo progetto, e studiare una fotocamera nuova che poi prese il nome di SLV, una sigla che in qualche modo celebrava l'amore di un giovane imprenditore per la propria famiglia, ciò avvenne in una prima fase in cui nello studio di Firenze si realizzavano i progetti delle fotocamere con disegni e rudimentali prototipi di pre-produzione.
Nel 1983 Vincenzo Silvestri chiuse il proprio studio fotografico e si dedicò alla produzione della SLV, il suo primo modello di fotocamera decentrabile di 25 mmm. verso l'alto, oppure verso il basso, dotato inizialmente di ottica fissa Super Angulon Schneider da 47 mm.
La SLV venne distribuita all'inizio soprattutto in Gran Bretagna, USA, Canada, Francia, Germania e Giappone, grazie a Lorenzo Cattaneo di Genova.
Silvestri ricorda con particolare soddisfazione quella prima fase gloriosa della sua avventura imprenditoriale, quando l'azienda era ancora a Firenze ed il successo commerciale era arrivato velocemente, erano gli anni dal 1983 al 1999, in quell'epoca i pezzi erano realizzati in officine esterne e poi assemblati in Silvestri.
Nel 1999 Silvestri si trasferisce nella nuova sede di Montespertoli e si dota di macchinari propri a controllo numerico e la precisione dei prodotti migliora ulteriormente.
Dagli anni 1990 si affronta la nuova sfida della fotografia digitale, si procede in maniera progressiva nel capire le esigenze del nuovo mezzo tecnico. Bisognerà fare parecchie prove per capire la resa dell'insieme meccanico, ottico ed elettronico e apportare molte modifiche per far funzionare il tutto.
Da principio i sensori erano più piccoli ed avevano dimensioni di cm 4X4, all'inizio si provò ad utilizzare le ottiche tradizionali, ma pian, piano si capì che queste andavano riprogettate per il formato più piccolo; non si potevano usare ottiche che risolvevano 20 linee per mm. con un pixel di 5 micron, il cerchio di copertura risultava troppo grande.
Si cercò di contattare Schneider e Rodenstock per riprogettare le ottiche per l'uso digitale, ma all'epoca un'operazione del genere avrebbe richiesto investimenti economici troppo onerosi, era pertanto un'operazione improponibile anche per queste leggendarie aziende che in quel periodo non se la passavano molto bene.
Fortunatamente, lo stato tedesco intervenne a sostegno di questo storico settore e si riuscì a collaborare per la produzione dei nuovi prodotti.
Un altro problema che dovette essere affrontato risiedeva nella difficoltà d'interfacciare i primi dorsi digitali alla macchina fotografica perché bisognava dare un comando preciso per quando aprire l'otturatore, con quanto anticipo e per quanto tempo. Le interfacce elettroniche vennero progettate in azienda per gestire il sensore nella maniera migliore. Venne contattato Prontor per mettere a punto un protocollo che dialogasse con il sensore. La necessità di disporre dell'otturatore elettronico sorse con l'avvento dei Kodak Pro Back. Il dorso digitale arrivò sul mercato con una carica innovativa inaspettata: memoria a bordo, display con le funzioni incluse, possibilità di funzionare con Hasselblad ELD in modo autonomo senza bisogno di connessione al PC, possibilità di rivedere l'immagine scattata. 
"In quel tempo Kodak era Kodak, per noi utilizzare Pro Back sul banco ottico era essenziale."
Così Vincenzo parla di quell'esperienza: "Essendo Prontor l'unico produttore europeo raggiungibile, li abbiamo convinti a rimettere in produzione per noi un otturatore ormai usato solo in campo medico; nel frattempo mentre noi lavoravamo al progetto di una centralina elettronica che incorporasse il protocollo delle funzioni di Pro Back e di tutti gli altri dorsi digitali in commercio, fra cui il dorso Multishot di Imacon che in seguito diventerà Hasselblad.
Centralina, cavi di connessione per i vari dorsi digitali, adattatori meccanici per le varie macchine a banco ottico furono innovazioni delle nostre fotocamere con nuovi progetti. Il sistema funzionava eravamo di nuovo al passo con i tempi, purtroppo dopo una fase intensa di collaborazione con Kodak, la dirigenza di Kodak decise di non produrre più Pro Back; avevano il miglior prodotto che anticipava tutti gli altri di anni. Ma questa è un'altra storia "

Silvestri e la Bicam 2, una fotocamera sinonimo di qualità, precisione e semplicità d'uso

Conseguentemente a queste ricerche si ottenne che l'Hasselbad Multishot funziona solo col sistema Silvestri, ma non fu facile arrivare a questi risultati perché ci furono problemi abbastanza seri da risolvere, come quello che se il sensore rimaneva acceso per troppo tempo si bruciavano i pixel ed altre questioni da mettere a punto. Fu grazie alla collaborazione con il produttore del sensore Pro Back Kodak, sensori nati per essere usati con le Hasselblad 6X6 che avevano un protocollo Hasselblad ELD per interfaccia che si riuscì a trovare le soluzioni giuste di cui poi beneficiò Hasselblad.
Nel mondo dell'industria fotografica si sono creati rapporti strani che permettono di collaborare bene con alcuni produttori e invece non lo consentono con altri.
Grazie a precedenti collaborazioni con la russa Zenit che produceva componenti ottici per i mirini delle Silvestri fin dal 1980, Vincenzo Silvestri è recentemente riuscito a far approvare un suo progetto di fotocamera panoramica digitale con 3 sensori e 3 obiettivi. Da quest'idea è nata la Horizon DL3.
Nelle Horizon a pellicola come la 202 o la 205, la fotografia panoramica si basa sulla scansione di un obiettivo che ruota su un fotogramma che ruota su un piano curvo.
Passando dalla pellicola al digitale c'erano tanti metodi per risolvere questo problema, ma la soluzione dell'obiettivo rotante è stata scartata perché non avrebbe dato luogo a delle istantanee, stesso discorso per una soluzione a tre sensori ed un obiettivo; così si è optato per 3 obiettivi e 3 sensori, in modo da ottenere uno scatto sincronizzato che può essere utilizzato per fotografare soggetti in movimento, poi un programma adatto unirà i 3 fotogrammi in un'unica immagine.
Il passo successivo sarà quello di studiare un programma che provvederà ad unire gli scatti direttamente all'interno della fotocamera, ma si sta ancora studiando come fare.
Ogni sensore della Horizon DL3 ha una definizione di 9 MP. I sensori sono degli Omnivision backlight da circa ½ pollice. Questa fotocamera sarà venduta a circa 1500 euro con il software per l'image stitching. La microelettronica di progettazione Silvestri è prodotta in Russia, si parla di schede a 6 layers del tipo utilizzato per i telefonini, mentre il sistema operativo che comanda l'hardware è anch'esso progettato da Silvestri.
Silvestri ha recentemente osservato che era rimasto uno spazio di mercato sui filtri fotografici, così ha ideato il sistema Talos che sta uscendo ora in commercio e permette di fotografare in maniera creativa e di sopperire, per esempio, al biancore dei cieli in molte fotografie.
Un altro bel prodotto che viene proposto da Silvestri in vetro ottico è il Big Stop, un neutral densitiy estremo che decuplica il tempo d'esposizione e permette d'avere dei paesaggi più onirici e atmosfere fotografiche insolite.

Portonovo (An)
Fotografia di Roberto Anselmi
tempo d'esposizione 30 secondi con il filtro Big Stop

La Silvestri s.r.l. è una realtà aziendale a conduzione familiare che si avvale principalmente dell'inventiva  del suo titolare e del contributo tecnico di Gabriele Gargiani che proviene da esperienze nel settore dell'elettronica e della meccanica, Gabriele è in azienda Silvestri da una decina d'anni. 
Non è stato facile adattarsi ai cambiamenti epocali nel passaggio dalla pellicola al sensore digitale, eppure Vincenzo Silvestri è riuscito in questa impresa ed addirittura opera spesso in collaborazione con industrie del settore di proporzioni molto più grandi della sua azienda. Per me è stata una sorpresa sapere che un piccolo gruppo di persone a Montespertoli sono riuscite a portare innovazioni molto importanti a livello mondiale ed addirittura ad essere catalizzatori di soluzioni che hanno permesso progressi molto importanti in un campo nel quale in pochi si confrontavano in un periodo in cui tutto era nuovo e da sperimentare.

Durante questo workshop ho appreso cose veramente interessanti di cui vorrei parlarvi anche nelle prossime pagine, perché è stato proprio parlando con Vincenzo Silvestri e con Gabriele Gargiani che ho finalmente capito meglio come funziona la fotografia digitale e l'importanza delle ottiche progettate esclusivamente per questi usi e poi da qui sono partite nella mia mente molte riflessioni che sono ancora in elaborazione, ma che sicuramente porteranno a decisioni importanti sui mezzi da usare.
Ringrazio ancora la Silvestri s.r.l. gli organizzatori ed i partecipanti a questo evento perché si è trattato di un evento importante, molto ben condotto e veramente illuminante che, come mi ha spiegato lo stesso organizzatore, voleva quasi essere una festa (infatti la data quasi coincide con la data di nascita di Silvestri), un momento di scambio d'esperienze e conoscenze, al di là d'essere un modo per proporre dei prodotti che possano trovare nuovi utilizzatori.
Ho conosciuto tantissime persone molto gentili e disponibili a parlare dei vari argomenti che interessano un professionista dell'immagine fissa e non vedo l'ora di tornare a questo evento anche il prossimo anno. 
Consiglio vivamente a tutti coloro che vogliono migliorare la propria cultura professionale di non perdere questo bellissimo appuntamento. Tony Graffio

English text:


VINCENZO SILVESTRI THE IDEAS AND THE STORY OF A SELF MADE MAN

On March 30th and 31st, at the Medici Villa of Artimino, near Prato, 16 miles from Firenze, was held on the tenth edition of Silvestri Digital Workshop, a very interesting event organized by Silvestri Ltd, the sole manufacturer of professional cameras existing in Italy. The event saw the participation of some importers and distributors of photographic equipment, professional lighting and accessories.
In addition to the chance to see new products, try them and to seek clarification by the technicians who represent the brands, among others: Mamiya Leaf, Phase One, Hoya Filters, Elichrom, Quantum, Sunbounce.it, X-rite and Leica.
During the presentation of the products, you could also participate free to lectures by industry professionals on topics related to the organization of photographic projects, shooting and accessories for the image control, the processing of the digital file, the lighting and the composition of the image, finish with fine art printing in photographic books, in order to cover virtually the entire production cycle of the photographic profession.
I knew the Silvestri cameras as quality products very versatile, agile and innovative, but I had never had occasion to approach these cameras, because the company Silvestri had long chosen not to be present at trade fairs for the general public, as may be the Photoshow in Milan or Rome, but preferred to go directly to a market already oriented towards the choice of a product specialist, able to solve the problems of those was equipped with digital backs for medium format and has the need of making photographic great architectural quality.

To learn more about the company's history, the choices made in the course of about 31 years of existence of this brand and a better understanding of the company's philosophy, I decided to speak directly with the founder of Silvestri Ltd. and let me tell directly from him as they have developed and implemented his ideas.

Vincenzo Silvestri was born in Pistoia March 29, 1940, he began as a boy, as it has happened to many Italians who have lived in that historical period of enthusiasm and reconstruction, to go to learn a job at a workshop that dealt with general mechanics.
The mechanics for Vincenzo was an oppurtunity to know the meaning of construction, geometry, numbers and dexterity, this activity was not just a job that allowed him to have his first income, but also an occasion that made him reflect on their manual skills , ideational and aesthetic.
In 1961 Vincenzo changes activity and he becams as an employee at a company that deals with art reproductions. This work will occupy him until 1966.
In 1967, he opened his own studio in Florence, even those years are special because they are circulating new ideas among young people who begin to have a different vision of life, 1968 brings a social change that causes people to seek fulfillment not only for economic reasons, but primarily through the pursuit of positive goals and trying to do something with their own personal capacity or with their talent.
The traditional photography was something totally different from digital photography nowadays, in those years the photograph was being built inside the camera with a mix of aesthetics, mechanics, optics and chemistry. The photograph was seen only after the end of the production process, there was not an immediate result, as now.
The photograph was imagined and then realized, so you had to be able to see quite precisely the result that you wanted to get. At the same way, apart from knowledge of optics and mechanics, you had to have a good sensitometric culture that would lead to a good color balance, realizing that using the right film and knowing how to treat it, which could mean even resolve any environmental issues related to laboratory developing and printing.
Today, in some cases, may be easier to take pictures of the past, because now you can correct it and sometimes graphically reconstruct at the computer what we do not fulfill or what has not been taken properly, but this does not mean that the professional photography can always be practiced by means not suitable for perspective correction of the lines because one thing is to compose a picture in perfect shot and another story is reprocess the image digitally. Obviously, the best results are obtained on the upswing and that's why it still makes sense to produce and use specialized tools like the Silvestri cameras that offer a complete range of products, able to implement a simple shift with a movable plate, or using systems more complex and flexible so as to oscillate and decentralize by means of more complete movable elements.
Vinccenzo Silvestri had the idea of propose a new product in a niche in the international market of photography in the early 1980s, when, speaking with Nustrini an architect of Florence, a photographer who was also a pilot and designed the Oakland Airport in USA, emerged the desire to have a wide-angle camera for architectural uses .
This is the memory that Silvestri has of Nustrini and his insight: "He was a passionate airplane pilot and also an airline pilot, he died in a plane crash in New Zealand falling into the sea as he watched the Italian navigator Soldini. Nustrini put together a rudimentary photo camera of architecture that was based on the back of a Mamiya RB 67. The back was applied to an aluminum plate with a hole decentralized fixed at the top, on which was applied to a Super Angulon 47mm lens complete with focus helicoid, I think my cousin Marcello Silvestri (photo repeirs) had participated at the operation. "
At that time, because among photographers in the space of knowledge Silvestri existed a genuine demand for this kind of product, Vincenzo decided to believe in this project and study a new camera which then took the name of SLV, an acronym that somehow celebrating the love of a young entrepreneur for his family. This project was done in a first phase in the studio of Florence where were realized cameras projects with rudimentary drawings and prototypes to pre-production.
In 1983 Vincenzo Silvestri closed his photographic studio and devoted himself to the production of SLV, his first camera model 25 mm decentrable, upwards or downwards, with initially a fixed lens Schneider Super Angulon of 47 mm.
The SLV was distributed at the beginning especially in the UK , USA, Canada , France, Germany and Japan, thanks to Lorenzo Cattaneo of Genoa.
Silvestri recalls with particular satisfaction that first glorious phase of his business venture , when the company was still in Florence and commercial success arrived quickly, were the years 1983-1999, at that time the pieces were made in external workshops and then assembled into Silvestri factory.
In 1999 Silvestri moved to the new factory in Montespertoli and equips its machines with numerical control and further improves the accuracy of the products.
Since the 1990s, it deals with the new challenge of digital photography, we proceed in a progressive way in understanding the needs of the new technical means. We must do several tests to understand the performance of the whole mechanical, optical and electronic equipment and to make many changes to make it all work.
“At first, the sensors were smaller and had dimensions of 4x4 cm, initially tried to use the traditional optical, but slowly it became clear that these had to be redesigned for the smaller size; we could not use optics that solved 20 lines per mm with a pixel of 5 microns, the circle of coverage was too great.
We tried to contact Schneider and Rodenstock to redesign the optics for digital use, but at the time such an operation would have required an exagerate economical investment, it was therefore an impossible task even for these legendary companies that at that time already had some economical problem.
Fortunately, the German state intervened in support these companies and then we have been able to collaborate in the production of new products.
Another problem that had to be faced lay in the difficulty of interfacing the first digital backs to the camera because it was necessary to give a precise control when to open the shutter, how early and for how long. Electronic interfaces were designed in the company to manage the sensor in the best way. Prontor was contacted to develop a protocol in dialogue with the sensor. The need for electronic shutter arose with the advent of Kodak Pro Back. The digital back came on the market with an innovative charging unexpected: on-board memory, display with the features included, ability to work with Hasselblad ELD independently without the need for PC connection, opportunity to review the captured image .
At that time Kodak Kodak was, for us to use Pro Back on the optical bench was essential."
So Vincenzo talks about the experience. " Being Prontor the only European shutter producer we could reach, we convinced them to put into production a shutter for us the prevously was only used in the medical field. In the meantime while we worked on the project of an electronic control unit that incorporated the protocol of the functions of Pro Back and all other digital backs in commerce, including the Multishot Imacon back that later became Hasselblad .
Unit, connecting cables for different digital backs, mechanical adapters for different machines optical bench were innovations of our cameras with new projects. The system worked we were back in step with the times, unfortunately, after a period of intense collaboration with Kodak, Kodak 's management decided not to produce Pro Back anymore; they had the best product that anticipated all the other by years. But that's another story "

As a result of these searches is obtained that the system only works with Multishot Hasselbad Silvestri, but it was not easy to get these results because there were enough serious problems to solve, such as what if the sensor was left on for too long and burned pixels other issues to be finalized. It was thanks to the collaboration with the producer of Pro Back Kodak sensor, sensors supposed to be used with Hasselblad 6X6 that had a protocol for Hasselblad ELD interface that you could find the right solutions of which It benefited Hasselblad.
In the world of the photographic industry relationships have been built strange connections that allow you to collaborate well with some producers and instead do not allow it with others.
With previous collaborations with the Russian Zenit producing components for optical viewfinders of Silvestri since 1980, Vincenzo Silvestri has recently managed to approve a draft of its panoramic camera digital with 3 sensors and 3 targets. From this idea came the Horizon DL3.
Horizon in the film as the 202 or the 205. Panoramic photography is based on scanning a target that rotates on a frame on a curved plane.
Moving from film to digital, there were many methods to solve this problem, but the rotating lens solution was discarded because it would have not made possible taking snapshots, the same goes for a solution to three sensors and a target; so Silvestri opted for 3 lens and 3 sensors, in order to obtain a synchronized release that can be used for photographing moving subjects. Then a suitable program will combine the 3 frames into a single image .
The next step will be to study a program that will unite the shots directly into the camera, but they're still learning how to do.
Each sensor of the Horizon DL3 has a definition of 9 MP. The sensors are of Omnivision backlight by about ½ inch. This camera will retail for approximately 1500 EUR with the software for image stitching . The microelectronics design Silvestri is produced in Russia, we are talking about cards to 6 layers of a kind used for mobile phones, while the operating system that controls the hardware is also designed by Silvestri.
Silvestri has recently noted that he had been an area of photographic filters on the market, so he created the Talos system that is coming out now on the market and allows you to take pictures in a creative way and to compensate, for example, the whiteness of the sky in many photographs.
Another fine product that is proposed by Silvestri optical glass is the Big Stop, a neutral densitiy extreme -fold increase exposure time and allows you to have more dreamlike landscapes and atmospheres photographic unusual .

The Silvestri LTD reality is a family-run business that is committed to using the inventiveness of its owner and the technical assistance of Gabriele Gargiani that comes from experience in the field of electronics and mechanics, Gabriele isworking in the Silvestri company since about ten years.
It was not easy to adapt to contemporary changes in the transition from film to digital sensor, but Vincenzo Silvestri has succeeded in this endeavor, and even often works in collaboration with industries to much larger proportions of his company. For me it was a surprise to hear that a small group of people in Montespertoli have managed to bring important innovations in the world and even to be a catalyst for solutions that have enabled progress in a very important field in which few were collated over a period when everything was new and to experience.

During this workshop I learned something very interesting that I would like to speak further on the following pages, because it was just talking with Vincenzo Silvestri and Gabriele Gargiani that I finally understood better how digital photography and the importance of lenses designed exclusively for these uses and then from there are many games in my mind thoughts that are still in the pipeline, but that surely will lead to important decisions on the media to use.
Thank again to Silvestri LTD, to the other organizers and participants in this event because it was an important event, very well led and truly enlightening, as it said the organizer, he wanted to just be a sort of party (in fact, the date almost coincides with the date of birth of Silvestri), a moment of exchange of experiences and knowledge, beyond to be a way to offer products that they can find new users.
I met a lot of very kind people and helpful to talk about various topics of interest for a professional of still image and I look forward to return to this event again next year.
I highly recommend to all who want to improve their professional culture do not miss this great event. Tony Graffio




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